Le diverse misure di Berlino nella sicurezza

L’annuncio del Cancelliere Scholz nel 2022 della “svolta epocale” o Zeitenwende, accompagnata dal fondo speciale Sondervermogen Bundeswehr di 100 miliardi per la difesa e dalla assunzione che Berlino diventi uno dei garanti della sicurezza in Europa, implica un importante cambio di mentalità e cultura della società tedesca dal tradizionale pacifismo e dall’apatia sui temi della sicurezza, sempre messa in secondo piano. La sua realizzazione procede, però, lentamente, con esitazioni e ostacoli interni. E non aiuta il rifiuto di Scholz alla proposta di condividere il debito Ue nel campo della difesa.

Se rimane inossidabile il tradizionale atlantismo che ha sempre caratterizzato la politica di sicurezza tedesca, a differenza della Francia, Berlino va avanti in modo felpato e senza troppo clamore. Pur se in un quadro contrastato – tra rischi geoeconomici, stagnazione e perdita di competitività dell’economia nazionale e tensioni politiche interne, prevalenza del rigido vincolo sul debito – sembra delinearsi in controtendenza il venir meno della tradizionale riluttanza e timidezza di Berlino nel fissare delle linee strategiche nel campo della sicurezza globale. Il governo sta infatti avanzando proposte per una strategia industriale di sicurezza con un approccio che mette insieme equipaggiamenti per la Bundeswehr e ruolo dello Stato nell’industria difesa, lotta contro il cambiamento climatico e controllo dei disastri.

Le recenti, concrete iniziative politiche e operative del governo pongono le basi per una nuova dinamica, dove Berlino mette al centro una sua volontà di autonomia strategica e di leadership settoriale in Europa. La nuova postura più assertiva e decisa sulla sicurezza coinvolge anche l’economia e la tutela delle industrie della difesa. È in via di superamento la tradizionale assunzione della “Germania gigante economico e nano geopolitico”, con l’intenzione di Berlino di affermarsi come garante della sicurezza, confermando il ruolo di stabilità della Nato e della deterrenza nucleare statunitense (l’ombrello Usa è sempre visto come garanzia ma anche come vincolo alle scelte governative), evitando le periodiche fughe in avanti di Parigi, attualmente in una posizione di instabilità e debolezza.

Oggi Berlino sostiene diverse misure per attuare una nuova politica di sicurezza. Nell’ambito degli accordi di sicurezza in Europa, recentissimo è quello con il nuovo governo britannico che apre le porte a coordinamenti industriali e a iniziative congiunte che può rappresentare una novità nello scenario della sicurezza.

In risposta allo schieramento sul terreno da parte di Mosca di missili cruise a lungo raggio in violazione degli accordi di arms control, le preoccupazioni sulla minaccia russa e la necessità di colmare questa lacuna capacitiva hanno indotto Berlino ad autorizzare un temporaneo schieramento sul suo territorio di una capacità missilistica a portata intermedia di vettori SM-6, Tomahawk e futuri ipersonici da parte dell’US 2nd Multi-Domain Task Force (MTDF) attivato nel 2021 a Wiesbaden. L’iniziativa richiama gli anni 80 della Guerra Fredda, quando gli USA dispiegarono in Europa missili Cruise e Pershing II in risposta agli SS20 sovietici, fatto che a differenza di oggi provocò in Occidente proteste e tensioni.  Allo stesso tempo diversi Paesi Nato hanno espresso l’intenzione di acquisire capacità strike a lungo raggio, vedasi la Letter of Intent tra Francia, Germania, Italia e Polonia per lo sviluppo congiunto di questa capacità nel progetto ELSA (European Long-range Strike Approach).

Con il fondo speciale da 100 miliardi – prestito al tasso del 5%, che, tra maggiore inflazione e valore del $, vale oggi circa 80 miliardi – si è avviata una politica di acquisizioni di equipaggiamenti per la difesa, tesa al recupero di anni di sotto investimenti che hanno indebolito il suo dispositivo di difesa. Gli esempi sono numerosi: incremento della flotta di F35, nuovi Eurofighter con espansione delle capacità, progetto SCAF, iniziativa di difesa missilistica Sky Shield a sua guida, fino a nuove versioni del Leopard e al rinnovo degli elicotteri da trasporto e della difesa missilistica. Tra gli ordini più recenti si segnalano le munizioni per 15 miliardi e l’acquisizione negli USA di circa 600 missili Patriot da difesa aerea per 5 miliardi, con la previsione di attività da svolgere in Germania, anche per adeguare le riserve dopo le cessioni all’Ucraina. Ne beneficia il sistema industriale tedesco che si rafforza con un significativo aumento delle commesse nazionali che traina le esportazioni, nonché per la coproduzione di sistemi esteri da realizzare sul territorio nazionale, che si affiancano a quelle di sviluppo nell’ambito degli attuali e futuri programmi europei.

La Germania ha anche assunto una postura più assertiva in linea con le esigenze di assicurare la difesa collettiva ai confini orientali dell’Alleanza. Recentemente Pistorius ha ribadito l’impegno al primo dispiegamento permanente in Lituania di una brigata con 4000 unità e nuovi carri Leopard 2 A8.

Di rilievo l’elaborazione di una strategia industriale di sicurezza e difesa (SVI) per rafforzare l’industria della difesa nazionale con vari strumenti e investimenti statali nelle imprese in casi strategici speciali, dove non vi sono alternative. È una risposta alle nuove esigenze securitarie, intesa a mettere le imprese in grado di operare il più rapidamente possibile per la Bundeswehr e i suoi alleati.

Per quanto riguarda gli investimenti nella difesa, con il Sondervermogen la Germania si colloca al primo posto in Europa insieme alla Francia. Inoltre, è il secondo fornitore internazionale di aiuti all’Ucraina e il primo europeo, anche se c’è stata recentemente una battuta d’arresto da parte del Ministro delle Finanze Lindner, che ha richiamato i rigidi vincoli di bilancio che ne imporrebbero una riduzione nel caso non si risolva la questione dell’utilizzo dei proventi dei fondi russi congelati.

In ambito multinazionale, la Germania ha partecipato alle esercitazioni aeronavali RIMPAC nel teatro indopacifico a cui hanno partecipato 29 Paesi tra cui l’Italia. L’impegno di defense diplomacy ha dimostrato le capacità di proiezione a lungo raggio e di interoperabilità tra alleati, nonché la volontà di tutelare gli interessi strategici e la libertà di navigazione nell’area.

Per conseguire risultati concreti dalla Zeitenwende è necessario, però, che la Germania superi le incertezze e gli ostacoli che ne inficiano l’efficacia, cogliendo il momentum favorevole dell’opinione pubblica. Non è sufficiente fare leva solo sui grandi programmi capacitivi e sul fondo speciale che è limitato al 2027, occorre considerare anche una programmazione finanziaria di lungo termine e l’urgenza di colmare le carenze in logistica e addestramento che penalizzano l’operatività della Bundeswehr. Ma il “freno del debito”, che è stato inserito nella Legge Fondamentale, si è dimostrato un ostacolo per Pistorius; il Parlamento non ha accettato né l’aumento di 6,5 miliardi per il 2025 per soddisfare le esigenze più urgenti, né l’anticipazione dell’obiettivo di budget a 80 miliardi previsto per il 2028.

La Zeitenwende e il Sondervermogen non implicano modifiche strutturali al sistema difesa e devono, quindi, essere necessariamente complementari a una riforma e trasformazione strutturale e organizzativa delle Forze Armate. È una strada necessaria, lunga e difficile.

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