La condanna della leader dell’estrema destra francese Marine Le Pen e l’immediata dichiarazione di ineleggibilitĂ hanno sorpreso il suo movimento, scatenato reazioni appassionate all’estero e aggiunto ulteriore incertezza alla corsa presidenziale del 2027.
Ecco cinque considerazioni sul verdetto, che sembra destinato a segnare una svolta nella storia politica francese moderna:
L’estrema destra alla prova dell’ostacolo giudiziario
Il verdetto, nella sua forma attuale, impedirebbe alla Le Pen di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2027, nelle quali avrebbe avuto la sua quarta e probabilmente migliore possibilitĂ di conquistare l’Eliseo.
Tuttavia, Le Pen presenterĂ appello e, in caso di insuccesso, ha giĂ un chiaro “piano B” rappresentato dal leader del partito Rassemblement National (RN) Jordan Bardella, che prenderebbe il suo posto come candidato.
Denunciando quella che Le Pen ha definito una “decisione politica”, i dirigenti del RN hanno sostenuto che potrebbero addirittura uscire rafforzati da questa situazione.
“Non lasciatevi intimidire. Non demoralizzatevi… Vinceremo”, ha dichiarato Le Pen con il suo caratteristico atteggiamento combattivo davanti ai deputati del suo partito in Parlamento martedì.
In un’intervista radiofonica, Bardella ha previsto che “milioni di persone” che normalmente non votano per il RN si schiereranno con Le Pen.
Un percorso stretto ma possibile
L’unica via legale realistica per Le Pen è impugnare il verdetto, cosa che ha giurato di fare rapidamente, affermando: “Non mi lascerò eliminare”.
Ma con le elezioni previste per aprile 2027, i tempi sono stretti.
Martedì sera, la Corte d’Appello di Parigi ha dichiarato che esaminerĂ il caso Le Pen “entro un termine che dovrebbe consentire di raggiungere una decisione nell’estate del 2026”.
Questo implicherebbe una sentenza definitiva prima delle elezioni presidenziali del 2027, alle quali Le Pen intende candidarsi.
Non vi è però alcuna garanzia che la corte d’appello ribalti la sentenza di primo grado.
La campagna elettorale per il 2027 è già iniziata
Non c’è dubbio che il RN, il partito piĂą grande nel parlamento francese, giocherĂ un ruolo fondamentale nelle elezioni del 2027, indipendentemente dal candidato che presenterĂ .
I contorni della competizione elettorale sono tuttavia ancora indefiniti, considerato che il presidente Emmanuel Macron non può candidarsi per un terzo mandato. Al momento non è chiaro quali candidati emergeranno per rappresentare il centro e la destra tradizionale.
Finora, l’ex primo ministro di Macron, Edouard Philippe, è la figura di maggior rilievo che si è proposta in questo campo.
I sondaggi indicavano che Le Pen sarebbe stata in grado di vincere agevolmente il primo turno elettorale.
“Era la persona in pole position in tutti i sondaggi pre-elettorali. Questo è solo il primo episodio di queste elezioni presidenziali”, ha affermato Frederic Dabi, direttore dell’istituto di sondaggi Ifop. “Quanto accaduto non potrĂ non avere effetti molto significativi sull’elettorato francese”.
Un caso che risuona a livello internazionale
Il Cremlino ha reagito ancor prima dell’annuncio completo del verdetto, con il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, che ha lamentato il fatto che “sempre piĂą capitali europee stanno percorrendo la strada della violazione delle norme democratiche”.
Le sue dichiarazioni sono state riprese da esponenti dell’estrema destra europea, come l’olandese Geert Wilders, mentre Elon Musk, l’uomo piĂą ricco del mondo e consigliere del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è intervenuto accusando la “sinistra radicale” di usare il suo “copione standard in tutto il mondo”.
“Le è stato vietato di candidarsi per cinque anni ed è la candidata principale. Sembra proprio un paese come questo”, ha commentato Trump, paragonando la condanna della Le Pen alla “guerra legale” che, a suo dire, è stata condotta contro di lui prima della sua elezione a presidente.
Per la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia, il verdetto “colpisce il leader di un grande partito e priva milioni di cittadini di rappresentanza”.
I riflettori puntati su Bardella
Anche se Le Pen insiste che il suo progetto per il 2027 non è tramontato, la situazione ha inevitabilmente accresciuto l’attenzione su Bardella, 29 anni, che, a differenza di molti altri dirigenti del RN, non è stato coinvolto nell’inchiesta.
La stessa Le Pen ha riconosciuto che Bardella ha la “capacitĂ ” di diventare presidente, anche se il suo protetto si rifiuta di discuterne pubblicamente.
Martedì ha dichiarato che Le Pen “mi ha dato tutto in politica e il minimo che le devo è continuare a lottare con lei, fino alla fine”.
“Il RN non è in una situazione disperata, hanno comunque qualcuno su cui contare”, ha osservato Dabi, riferendosi a Bardella.
Permangono tuttavia dubbi sulla sua esperienza e sulla sua capacitĂ di sostenere un dibattito presidenziale sulle politiche contro figure del calibro di Philippe, anche se i critici riconoscono che le sue apparizioni mediatiche sono sempre impeccabili.
Secondo un sondaggio Toluna Harris Interactive per RTL, condotto dopo la sentenza, Bardella otterrebbe fino al 36% dei voti al primo turno delle elezioni presidenziali, un risultato simile a quello che avrebbe conseguito Le Pen.
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