Regno Unito: “Vi spiego il piano per il Ruanda”

Estratto della conversazione di James Cleverly, Segretario di Stato per gli affari interni del Regno Unito, con la direttrice Nathalie Tocci in un evento ospitato dallo IAI e organizzato in collaborazione con l’Ambasciata del Regno Unito in Italia.

 

La sfida che affronto ora come Segretario di Stato del Ministero dell’Interno del Regno Unito non riguarda solo il nostro Paese. Forse, avendo ricoperto il ruolo di Segretario degli Affari Esteri, sono in grado di guardare a questo problemanon solo in un’ottica nazionale ma anche attraverso una lente internazionale.

I criminali che gestiscono questo traffico sono spietati e brutali: non sono ONG, ma manipolano, brutalizzano e derubano i migranti. Il punto di vista del Parlamento britannico, e il mio, è che dobbiamo esaminare l’intera gamma di opzioni: non si tratta solo di ciò che facciamo sulla costa britannica o in stretta collaborazione con le autorità francesi, ma di affrontare questa crisi in ogni fase. Naturalmente, è importante ciò che stiamo facendo a livello nazionale, con il piano del Ruanda. Stiamo lavorando con le agenzie di guardia costiera per impedire alle persone di entrare sulle nostre coste su imbarcazioni pericolose. Allo stesso tempo, collaboriamo con Frontex e con le forze dell’ordine dell’Ue per interrompere l’approvvigionamento di motori e denaro a questi criminali. Dobbiamo però anche affrontare le cause che spingono i cittadini a scappare: alcuni partono per fuggire dalla guerra e dalle persecuzioni, mentre altri per cercare una vita migliore dal punto di vista economico. NelRegno Unito, abbiamo sempre accolto imprenditori migranti.Tuttavia, riconosciamo che lo sviluppo della migrazione moderna ci impone di impedire alle bande di trafficanti di persone di controllare le nostre frontiere.

Infine, vorrei sottolineare la mia gratitudine per le strette relazioni di lavoro con il governo italiano e il ministero, ma anche con la Guardia Costiera, grazie agli incontri del G7.Sebbene la risposta dell’Italia sianaturalmente collegata alle sue esigenze, credo che entrambi i Paesi riconoscano l’entità del problema e l’imperativo di agire ora.Riconosciamo che dobbiamo pensare a metodi nuovi e creativi per evitare che le persone perdano la vita, distruggendo il modello di business dei contrabbandieri e aiutando la gente senza costringerla a passare attraverso mezzi illegali per entrare nel Regno Unito. È una questione molto difficile e delicata che richiede un dibattito calmo e maturo.

Da un lato, tutto ciò non è affatto nuovo: nella storia dell’uomo ci sono sempre stati migranti economici e persone in fuga dai conflitti. Negli ultimi anni, però, è diventato sempre più chiaro che il contrabbando di personee le rotte degli schiavi, si sono amplificati al punto da rendere quasi obsolete le nostre risposte tradizionali. La grandezza e la velocità di questo contrabbando sono aumentate drasticamente grazie alla tecnologia. Molte delle azioni messe in attodevono evolversi dunque per tenere il passo con le pressioni, i rischi e le minacce di oggi. I contrabbandieri sono diventati eccellenti marketer digitali. Il Regno Unito ha condotto campagne di marketing e pubblicità (la più recente in Vietnam) per avvertire che questa rotta è pericolosa, che le persone vengono brutalizzate e uccise e che per questo non vale la pena intraprenderla.

L’accordo con il Ruanda

L’accordo che stiamo negoziando con il Ruanda è fondamentalmente diverso dagli accordi dell’Ue, in particolare con i paesi transitori. Abbiamo cercato di prevenire il problema alla fonte attraverso i nostri investimenti nello sviluppo, stimolando le economie e sostenendo i governi. È importante chiarire alle persone che non dovrebbero tentare questo viaggio attraverso la Manica perché falliranno nel loro obiettivo finale, che è restare nel Regno Unito. Il nostro messaggio alle persone è che “non arriverete nel Regno Unito, ma finirete in Ruanda”. Il Ruanda elaborerà i documenti di questi migranti e fungerà da rifugio sicuro.

Il Ruanda è molto desideroso di esportare soluzioni a problemi globali ed è un paese incantevole, con una crescita meravigliosa rispetto all’epoca del genocidio.L’Ue e il Regno Unito hanno una sfida comune e i ruandesi riconoscono di essere parte della sua soluzione. Hanno dimostrato la capacità di adattare il loro sistema giudiziario alle esigenze, di investire tempo ed energia nell’internazionalizzare il processo di asilo e ogni volta che abbiamo chiesto loro di migliorare e adattarsi ulteriormente hanno dimostrato di essere incredibilmente disponibili a lavorare con noi.

Il Regno Unito non sta dicendo che la sua relazione con il Ruanda sarà la soluzione a tutte le sfide, ecco perché continuiamo a lavorare con Frontex, Europol, Interpol, le forze dell’ordine interne e i governi stranieri per stabilizzare questi paesi, limitare il flusso attraverso i paesi transitori e cercare soluzioni innovative a questa sfida. Non penso, infatti, che sia credibile per qualsiasi governo appaltare la migrazione ai trafficanti di persone e ai criminali. Non può essere giusto che le bande criminali decidano chi può venire nel Regno Unito. L’80% delle persone che arrivano su queste barche sono giovani fisicamente in forma, eppure le persone che hanno più bisogno di aiuto sono normalmente donne e bambini, che sono anche quelli che vengono lasciati indietro perché non sono i più ricchi o influenti. Queste bande criminali privilegiano la redditività e non i reali bisogni, e non mi sento a mio agio nel mantenere questo status quo.

Il Ruanda non è un grande paese, non ha grandi giacimenti minerali e non dispone delle stesse risorse di alcuni dei suoi vicini regionali. Sebbene abbiano esportazioni agricole, riconoscono che, se vogliono competere a livello mondiale, devono essere creativi. I ruandesi vogliono esportare soluzioni, e questo è parte di ciò che sarà la loro offerta alla comunità internazionale. Chiediamo ai ruandesi di fare qualcosa per nostro conto e, come in tutti i contratti, stiamo pagando per un servizio. Le persone che hanno criticato il Regno Unito per aver acquistato questo servizio sono le stesse che vogliono che diamo aiuti ai paesi africani. Mi chiedo perché venga considerato sgradevole entrare in questa relazione economica con un paese africano piuttosto che in una relazione di trasferimento di responsabilità. Penso che sia assolutamente giusto che i paesi africani come il Ruanda stiano lavorando per ottenere introiti economici e, per me, questo è più sostenibile e sano rispetto a una relazione basata solo sugli aiuti. I paesi dovrebbero cercare di passare da una relazione di aiuto a una commerciale.

La sicurezza del Ruanda

La Corte Suprema ha individuato una serie di carenze nel sistema ruandese per quanto riguarda l’elaborazione delle richieste di asilo. Abbiamo lavorato con il Ruanda per affrontare specificamente ciascuna di esse. Ora c’è un trattato che impedisce al Ruanda di rideportare qualcuno nel suo paese d’origine. La Corte Suprema ha identificato un processo giudiziario non abbastanza robusto e i ruandesi hanno lavorato con noi per cambiare questo sistema e aggiungere un processo internazionale in collaborazione con il Commonwealth dove non solo i giudici ruandesi prenderanno le decisioni. Possiamo ora affermare con tranquillità che il Ruanda è un paese sicuro.

L’immigrazione lavorativa

Troppo spesso, quando i governi cercano di affrontare l’immigrazione illegale vengono immediatamente definiti come xenofobi o anti-migrazione: in realtà si tratta di lotta alla criminalità. Allo stesso modo, facciamo una distinzione molto chiara tra attività legittime e imprese criminali. Ciò che cerchiamo di fare è assicurarci che le decisioni su chi e quanti siano i migranti vengano prese da governi legittimi e non da criminali.

L’Italia è sempre stata un paese molto cosmopolita e generoso nella sua storia e non c’è motivo di credere che questo cambierà mai. Ma questa generosità non deve essere abusata, ed è per questo che avere una politica migratoria per affrontare le esigenze economiche del paese, e anche politiche di controllo delle frontiere per evitare che i criminali prendano il sopravvento, non sono contraddittorie ed è importante fare entrambe le cose.

Rifugiati, migranti e richiedenti asilo

Il Regno Unito ha predisposto vie legali per le persone che cercano rifugio. Il sistema di asilo più recente messo in atto è un sistema temporaneo per le persone che fuggono dal conflitto in Ucraina e un sistema più permanente per le persone che stanno scappando dalla persecuzione a Hong Kong. Abbiamo meccanismi attraverso i quali stiamo collaborando con l’UNHCR per quanto riguarda l’accoglienza dei rifugiati. È necessario mettere delle basi fondamentali che consistono nel dire che non c’è contraddizione tra la nostra responsabilità nei confronti dei rifugiati, la protezione dell’integrità del nostro sistema di confini e la migrazione organizzata regolare per il beneficio economico sia del singolo migrante che della società. Questi tre devono coesistere.

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